
Business, quale rapporto tra istruzione e lavoro?
25/05/2022La ricerca del lavoro non è semplice, soprattutto quando non si hanno le giuste competenze per uno specifico campo. Bisogna porsi nel modo giusto, trasmettere l’entusiasmo e la voglia di lavorare con l’azienda, e tutto parte dalla stesura del curriculum. È proprio in quella fase che bisogna mettere in evidenza la preparazione teorica e pratica che ci ha dato un particolare percorso di studi.
Ma la scuola e l’università preparano davvero al mondo del lavoro?
Non è una novità che i giovani laureati si lamentano del fatto che l’università non prepara gli studenti alle mansioni pratiche del mondo del lavoro e che, nonostante i lunghi anni di studio, ci si ritrovi spaesati senza competenze pratiche ma solamente teoriche.
Infatti, non sorprende che alcune analisi e statistiche è stato evidenziato che la preparazione scolastica fornita agli studenti italiani è insufficiente per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Ma vediamo quali sono le criticità del sistema scolastico italiano.
Scuola e lavoro: le criticità
Sono tanti i fattori che rendono problematico l’ecosistema dell’istruzione italiana. La prima criticità è rappresentata dalla cosiddetta “dispersione scolastica”. Stiamo parlando dell’abbandono precoce degli studi. In Europa questo fenomeno si aggira intorno al 10%, mentre in Italia la media sale al 14,6%.
Altro problema è rappresentato dall’elevato numero di NEET, ossia Neither in Employment or in Education or Training. Questa sigla indica quei giovani inattivi non impegnate nello studio, nel lavoro o nella formazione. La percentuale dei NEET in Italia è di oltre il 25%, contro una media europea del 14%.
Tuttavia, queste sono solo le conseguenze di un sistema scolastico che non prepara al mondo del lavoro, e ciò è dovuto anche al mancato supporto di laboratori ed attività interattive agli insegnamenti teorici nelle scuole.
Le conseguenze di questi fattori sono molteplici, come il sottosviluppo di capacità. Infatti, pare che i giovani in Italia siano meno abili in discipline comuni come matematica e scienze, rispetto ai giovani europei.
Altra conseguenza è il tasso di occupazione dei neolaureati che in Italia è di appena il 56%, contro l’81,6% del resto d’Europa.
Vi è poi la forte discrepanza tra preparazione scolastica e ruoli lavorativi all’interno di un’azienda.
Come migliorare il rapporto tra lavoro e istruzione
Ad oggi si stanno vagliando numerose opzioni per migliorare il rapporto tra istruzione e mondo del lavoro, come il miglioramento del rapporto tra teoria e pratica. Un importante passo in avanti è stato compiuto nel momento in cui l’alternanza scuola lavoro è diventata obbligatoria grazie alla riforma della Buona Scuola.
Da allora, infatti, l’80% degli studenti italiani appartenenti agli istituti tecnici ha trovato lavoro entro un anno dalla fine degli studi.
Ma per quanto riguarda l’istruzione, i licei danno davvero una marcia in più? E ancora, è meglio il diploma di liceo scientifico o classico? Se da una parte è vero che i licei danno una conoscenza più vasta, è altrettanto vero che mantiene l’istruzione su un livello teorico, rendendo ancora più complesso l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro.
Ma un altro passo in avanti è stato compiuto con l’istituzione dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento che coinvolgono anche i licei.
Da ciò è facile comprendere che è necessario nel nostro sistema scolastico un rapporto solido tra formazione e mondo del lavoro. Solo così, infatti, sarà più semplice l’inserimento di risorse valide all’interno di un team, anche al termine del percorso di studi accademico.
È poi fondamentale rinnovare le materie e ciò che viene insegnato all’interno delle scuole, includendo anche quei temi e quei settori che oggi sono in forte espansione, come la tecnologia e il web. Infatti, ancora oggi nella scuola la tecnologia ricopre un ruolo marginale, mentre il mondo del lavoro si basa proprio sulla conoscenza approfondita del mondo di Internet.