Cambio cognome, quando si può sostituire quello del padre?

Cambio cognome, quando si può sostituire quello del padre?

23/07/2022 Off Di Giulio Frigerio

Il nome e il cognome ci accompagnano dalla nascita. La nostra identità non deriva da una nostra scelta, ma da una decisione dei nostri genitori, per quanto riguarda il nome, e dal nome di famiglia del padre, per il cognome. Quindi un aspetto così importante che ci contraddistingue per tutta la vita si basa su una decisione per noi passiva. Anche per questo motivo oggi il tema del cognome è sempre più discusso e sono aumentate in modo esponenziale le richieste di cambio cognome.

Le motivazioni che portano a questa scelta sono varie e anche di importanza diversa, infatti, non tutte le richieste vengono approvate e vanno a buon fine. Cambiare il cognome all’anagrafe prevede una procedura snella con istanza  da rivolgere al Prefetto competente nel territorio, ma la domanda viene accolta solo in casi eccezionali e per motivazioni valide.

Ma quali sono i motivi più comuni per cui viene richiesto di cambiare il cognome?

Ci sono persone che non sono soddisfatte del proprio nome e cognome e non vogliono essere identificati in questo modo. Capita che alcuni cognomi abbiano un significato dispregiativo o addirittura offensivo. In alcuni casi, invece, il cambiamento è dettato dal rifiuto di essere legati a situazioni negative o persone.

In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono i casi in cui cambiare cognome si può e quali sono gli adempimenti principali.

Cambiare nome e cognome: in quali casi è possibile?

Le persone che hanno un nome o un cognome non gradito per una ragione valida, possono quindi richiederne il mutamento. In realtà, la casistica prevede due possibilità:

  • Sostituire il proprio nome o cognome con un altro;
  • Aggiungere un ulteriore nome a quello già in essere.

Se ci si trova nella prima ipotesi, è possibile cambiare il cognome all’anagrafe modificandolo con quello della madre o un altro.

Come abbiamo detto in precedenza, non tutte le motivazioni poste alla base dell’istanza di  di cambio cognome vengono accettate, ma devono essere richieste plausibili e fondate.

Tra i casi in cui la legge si è espressa a favore del cambiamento di cognome ci sono:

  • Cognome ridicolo o che provoca vergogna (parolacce o parole offensive);
  • Cognome che rivela l’origine naturale (un esempio è il cognome Trovato o Esposito, per un bambino senza genitori).

Ovviamente bisogna sottolineare che il proprio cognome non è sostituibile con qualsiasi altro. Ma ci sono delle regole da rispettare. Non è consentito, ad esempio, usare cognomi di importanza storica o di famiglie illustri. Questo, infatti, potrebbe provocare confusione o millantare un’origine di fatto inesistente.

Nel caso di minorenni, la richiesta deve essere sottoscritta da entrambi i genitori, o da uno solo con la dichiarazione di assenso dell’altro.

Quali sono i passi per cambiare cognome all’anagrafe

Dopo aver individuato i motivi principali che ammettono il cambio cognome occorre conoscere la procedura da seguire.

La procedura prevede la presentazione dell’istanza al Prefetto della provincia di residenza. Il regolamento è previsto dal DPR n.54/2012.

All’interno della domanda devono essere inseriti

  • I motivi della richiesta, con eventuale documentazione dimostrativa;
  • Il cognome che si vuole adottare;
  • Fotocopia del documento di riconoscimento.

Dopo aver presentato la domanda in Prefettura, si attende la risposta del Prefetto. Se ritiene l’istanza meritevole di considerazione autorizzerà con un suo decreto, l’affissione all’albo pretorio del comune di nascita e di residenza del richiedente, un avviso contenente la richiesta.

Questo passaggio è indispensabile per permettere a chiunque abbia interesse a fare opposizione alla domanda entro trenta giorni dall’affissione.

Se non si evidenzia alcuna opposizione, il richiedente presenta al prefetto un’attestazione della pubblicazione dell’avviso, con indicata la durata. Il prefetto, accertata la regolarità delle affissioni e delle notificazioni e vagliate le eventuali opposizioni, provvede a emanare un suo ulteriore decreto che autorizzerà il cambiamento.

Cambiare il cognome per colpa del padre assente

Il tema del cognome dei figli negli ultimi anni è stato molto discusso e di recente la Corte Costituzionale ha riconosciuto la possibilità di dare il doppio cognome, vale a dire quello del padre e quello della madre. L’attribuzione del doppio cognome implica che il cognome della madre viene affiancato a quello del padre, quindi non lo sostituisce e soprattutto non lo precede mai.

Ci sono molti casi, invece, in cui i figli fanno richieste di cambiare il cognome del padre perché totalmente assente dalla loro vita e di sostituirlo con quello della madre. Questa ipotesi è definita come indegnità paterna, considerata al pari di reati commessi contro la famiglia.

La legge, però, non prevede un diritto vero e proprio al cambiamento del cognome, ma il prefetto valuterà di volta in volta se la richiesta è meritevole e come tutelare l’interesse della persona.

I provvedimenti di cambio o modifica del cognome nei casi di padre assente sono ammessi molto raramente e in casi molto gravi. Per poter ottenere l’autorizzazione occorrerà accompagnare la richiesta con documentazione valida e motivazioni significative. Lo studio dell’Avvocato familiarista Laura Gaetini, con sede a Torino, Milano, Cuneo e Roma è specializzato in diritto di famiglia e supporta i richiedenti nell’inoltro delle istanze per il cambiamento del cognome. Gli esperti avvocati sapranno esaminare ogni caso e valutare se procedere in sede legale.